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Verso “La Fabbrica di Santa Caterina”

Mercoledì 15 novembre nella chiesa di Santa Caterina si è svolta l’Assemblea dei Soci di Santa Caterina Onlus per l’approvazione degli adeguamenti dello Statuto al Codice del Terzo Settore. La grande novità riguarda il cambio di nome in “La Fabbrica di Santa Caterina ETS”. Proprio il concetto di “fabbrica” ben sposa l’idea dell’ente monferrino che proprio pochi giorni fa, l’11 novembre, ha festeggiato i suoi primi tredici anni di vita. Parlare di fabbrica di S. Caterina significa proseguire nell’opera di conservazione e restauro della chiesa e nell’attività di custodia e valorizzazione, provvedendo al reperimento delle risorse necessarie al suo mantenimento. Lavoro accurato, che l’Associazione ha perseguito con dedizione, sempre con un occhio verso l’interazione con il territorio. Al termine del momento assembleare, un tempo per inaugurare la nuova illuminazione a led della cupola, che fa risplendere i dipinti murali recentemente restaurati. A riguardo del nuovo concept di “Fabbrica”, abbiamo raccolto le voci delle persone che in questi anni sono state a diverso titolo coinvolte nella causa del restauro della chiesa, splendido esempio di Barocco piemontese.   

 

Federico Riboldi, Sindaco di Casale Monferrato: «Una delle sfide maggiori che dobbiamo affrontare e vincere è quella della piena conservazione del nostro patrimonio culturale, vera eredità del prestigioso passato della capitale del Monferrato e auspicio per un prospero futuro. In un momento così importante per la vita associativa di questa realtà, la Città di Casale Monferrato esprime il più sincero apprezzamento per l’eccezionale impegno profuso negli anni per il restauro della chiesa di Santa Caterina. Il lavoro instancabile e la dedizione dimostrati dall’Associazione hanno contribuito in modo significativo a conservare la storia e l’identità della nostra comunità».  

  

Giuseppe Abbenante, attuale Presidente Ente Trevisio: « L’Ente Trevisio, nel ringraziare l’Associazione Santa Caterina Onlus per l’eccellente qualità del lavoro fin qui svolto, guarda con fiducia al futuro per le prossime sfide che riguarderanno la “nuova” Fabbrica di Santa Caterina. Proprio questa dicitura mi richiama un pensiero di tipo “tecnico”, ovvero il gruppo di conoscenze che hanno lavorato, lavorano e lavoreranno al progetto».  

 

Ernesto Berra, past president e attuale consigliere dell’Ente Trevisio: «La Fabbrica di Santa Caterina aiuta tutti noi a trasformare la nostra posizione di fronte ad un monumento. L’Associazione ci ha avvicinati, in tredici anni, alla Bellezza, alla preghiera, alla fruizione.  La fabbrica operosa ricorda a tutti noi l’impegno quotidiano della manutenzione, della salvaguardia, dell’onere dell’eredità da lasciare alle generazioni future. Avvicinarsi a cornici, affreschi quasi invisibili in alto nella struttura ci riporta al messaggio che i nostri avi volevano che leggessimo e così noi oggi, con la Fabbrica, provvediamo». 

 

Pietro Portaluppi, fondatore dell’Associazione: «La fabbrica di Santa Caterina. La prima volta che ho letto l’abbinamento di un sostantivo femminile a Santa Caterina ho pensato che non potesse essere diverso la chiesa di Santa Caterina è tutta “al femminile”. Subito dopo però mi sono commosso perché è in una fabbrica che le persone si uniscono per lavorare, certo per guadagnare di che vivere, ma anche per realizzare se stessi attraverso l’opera che, insieme, producono. La fabbrica è quel luogo in cui le persone possono decidere il significato del loro lavoro. Fantasie, credo che sia l’esperienza di molti anni di lavoro a contatto con questo mondo, considerate importanti. È viva nel cuore di chi ha lavorato al restauro in questi anni, nelle persone alle quali ricorda eventi significativi della loro vita, in coloro che passano anche solo per un saluto. È viva perché da anni viene celebrata la Messa ogni mese ed un momento significativo. Insomma, una fabbrica non si chiude perché c’è e ci sarà sempre da fare». 

 

Enrica Caire, architetto e direttore dei lavori: «La luce che oggi illumina i dipinti della cupola recentemente restaurati non deve trarre in inganno. È il manifesto orgoglioso del lavoro svolto sino ad oggi, e la differenza di luce che cogliamo, tra il tamburo e la cupola illuminata, è essa stessa un monito: la Fabbrica di Santa Caterina non si può fermare. Non si può fermare perché le coperture, la facciata e i dipinti restaurati sono solo una parte dei lavori complessivi, altri sono oramai necessari, se non urgenti, perché i restauri fatti richiedono cura e manutenzione, perché restituire la bellezza di tutta la chiesa e il coro è una responsabilità di tutti verso le generazioni future. Continuiamo a lavorare su diversi fronti per essere pronti al più presto a riprendere il cantiere ed accendere nuove luci: la Fabbrica di Santa Caterina non si ferma!»

 

Infine, Marina Buzzi Pogliano, Presidente di Santa Caterina Onlus: «È un cambiamento all’insegna della continuità e della crescita. Il termine Fabbrica, rievocando e reinterpretando un antico significato, sposta l’attenzione sull’attività di conservazione e manutenzione che ruota intorno alla chiesa che le permette di continuare ad essere ‘pietra viva’». 

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